Oggi, si. Oggi, gli auguri non possono suonare come fossero semplicemente una “formuletta rituale” priva di significato.
I miei auguri arrivano veramente da dentro; dal cuore. Sono sinceri e desiderano ripetere instancabilmente l’invito a coltivare la Speranza; specie ora ove tutto sembra volerla soffocare.
Neppure riesco ad immaginare che cosa provi una persona coinvolta direttamente dalla guerra. Ricevo immagini e storie strazianti che mi spingono vagamente a intuire… e per me è già troppo anche questo intuire.
Sento lo stupore di fronte a qualcosa che era, fino a poco fa, impensabile; l’incertezza e la paura per sé e per chi dipende da te e dalle tue scelte; l’impotenza e la rabbia; la tentazione che cresce dentro in modo esponenziale, quella di lasciarsi travolgere dalla spirale della vendetta; le parole pace e fratellanza che sembrano perdere ogni significato reale; … confusione; tantissima confusione.
Misurando l’impotenza, m’interrogo se non sia preferibile un silenzio, a quel desiderio di augurare con una “formuletta” comunque a tutti una “Buona Pasqua”.
Poi, mi rendo conto che è un’esigenza che sento crescere dentro; è come un grido che diviene irrefrenabile ed acquista un suo senso logico sempre più forte. Più appare assurdo, più lo sento autentico e veritiero in ciò che annuncia. Non mi appare come qualcosa di soggettivo consolatorio; lo vivo come una certezza oggettiva più forte di me.
Sento così, di dover gridare a tutti, amici e nemici, quel messaggio rinchiuso nella “formuletta del Buona Pasqua”; quello che si esprime con la Speranza, in un Uovo che schiudendosi genera in continuazione Nuova Vita.
Con questa certezza interiore, auguro a tutti, con tutto il cuore: