Agli amici del “Progetto-Sololo”, scrivo …

Vi racconto quanto avviene a Sololo, pensando alla guerra in Ucraina …

Vi capisco qualsiasi scelta facciate.

Per la popolazione che muore, la morte è la stessa ovunque colpisce

Tuttavia, devo dare la voce a chi a Sololo potrebbe morire nell’indifferenza, perché siamo in pochi a sapere della sua esistenza e della sua situazione.

Noi, pochi e con pochissime forze, conosciamo alcune soluzioni possibili per prevenire le morti che sembrano ineluttabili.

Soluzioni che neppure ci appaiono complicate o particolarmente costose;

e questo aumenta la nostra sofferenza.


In modo particolare, in me è  forte la preoccupazione che, raccontando delle tristi fini di tante delle povere persone di Sololo, qualcuno mi possa dire:

“se lo avessi saputo”“se me lo dicevi prima”“io avrei potuto aiutarli”.

Questo sarebbe per me la “seconda morte”. La prima ?

E’ ciò che provo assistendo impotente all’enorme sofferenza che c’è nel mondo.


Ecco perché: caro amico, ora ti scrivo …

… e, se tu me lo concederai, continuerò a farlo.