Natale 2023 – Guardo la Capanna e vedo …. (parola di boomer)

Per ognuno di noi, tutto ciò in cui si crede esiste fino a quando si smette di crederci.

– Babbo Natale che porta i doni, continua ad esistere come idea del piacere che si prova a donare in modo disinteressato a chi si vuol bene.

– La Capanna del presepe con la Sacra Famiglia, esiste per i suoi traboccanti Valori Universali che la Tradizione ci tramanda.

Io credo in entrambi, tuttavia oggi faccio fatica a provare quella Pace interiore che loro invitano a cercare.

La realtà del quotidiano che mi circonda, mi travolge facendomi sentire oltre che sofferente anche impotente. Provo perfino la sofferenza che deriva dall’impossibilità di conoscere la realtà stessa, dato che ognuno me la racconta secondo la propria propaganda. Sfugge la differenza tra “gestire” e “comandare” nel servire il bene comune; si confonde la “stabilità” che si ottiene con l’imposizione da quella che deriva dal confronto. Ci si trova incapaci di comprendere che certe tragedie sono le conseguenze di scelte fatte nel passato quando ignorando i Valori si sono confusi i diritti e i doveri, cosicché oggi si applicano risposte che non possono essere soluzioni.

 Confuso e oppresso mi sento sperduto alla ricerca di riferimenti certi.

Papa Francesco invia il messaggio: “Non distogliere lo sguardo dai poveri … bisogna avere il coraggio di restare su quegli occhi e poi agire aiutando, non secondo le nostre necessità o il nostro volerci liberare dal superfluo, ma in base a quello che serve all’altro”…  e fra Marcello Longhi, presidente OSF (Opera San Francesco), partendo da questo passaggio ci ricorda che “le persone in povertà sono il volto di Gesù” …

Guardo la Capanna del presepe e vi vedo i Volti di “una povera famiglia-allargata”. C’è il povero, quello vicino che incontro sulle mie strade ed è insieme a quello lontano, vittima innocente della guerra ed entrambi si stringono a quello che stenta a sopravvivere alla sete e alla fame a Sololo.  Si trovano tutti riuniti in quella misera Capanna. Seguendo il messaggio di Francesco, provo a non distogliere lo sguardo da loro. Risultato? Mi sento meglio di quando giravo la testa altrove.

E’ probabile che sia nella natura umana l’essere “animali da branco”.  Tutti sentiamo ciò che richiede e che dona la solidarietà del gruppo; ciò che potremmo definire come: altruismo. Si è vero, ho incontrato altruisti autenticamente felici. Si è vero, non ho mai visto un egoista autenticamente felice. Così, per essere sempre felice vorrei essere sempre altruista. Purtroppo spesso prevale l’egoismo, che poi è quello stesso a farmi capire con la “scienza del poi” che se fossi stato altruista avrei potuto essere felice anche in quell’occasione persa. Però è da questi fallimenti che nasce il desiderio, e la speranza, di poter provare ancora quel senso di benessere e di Pace che si prova quando sentiamo dentro di noi di aver fatto tutto ciò che era giusto fare.

E’ probabile che sia nella natura umana anche l’aspirazione alla Felicità. Come raggiungerla è tutto da scoprire. Di certo c’è che occorre il sostegno reciproco che si vive nel branco, dove chi dona al povero si accorge che è proprio in quel gesto che il povero offre agli altri l’opportunità per essere felici.

A ben pensarci è La Capanna con la Sacra Famiglia che alimenta, in chi sa “restare su quegli occhi”, la Speranza di raggiungere la Pace e la Felicità che si alimentano nell’Amore Universale, raggiungibile con l’altruismo.

No, non si parla di scambio di elemosine; bensì di Carità costruita sul rispetto dei Valori Universali innati in ognuno di noi e riconoscibili anche negli altri. Gli altri visti come esseri umani così come lo siamo noi: unici ed irrepetibili; portatori di potenzialità che neppure il singolo conosce fino a quando le scoprirà gradualmente, grazie alle proprie libere scelte, nel crescere percorrendo la sua vita. Lavorare in modo altruistico e disinteressato per aiutare l’altro a realizzare le sue libere scelte significa lavorare per la libertà dell’Uomo.

Significa, per es. aiutarlo a rimuovere gli ostacoli che incontra; tra i primi vi sono quelli che si oppongono alla soddisfazione dei suoi bisogni esistenziali primari: diritto a vivere in salute (cibo, casa, lavoro e cure mediche); imparare a scegliere (istruzione); saper applicare le proprie scelte (libertà di poterlo fare nel rispetto degli altri). Da circa 20 anni, “a casa propria” con il suo Progetto-Sololo, Cipad sta provando a fare tutto questo.

Aiutaci ad Aiutarli ad Aiutarsi  sostenendo il “Progetto-Sololo” di Cipad.

 pino

Guardo la Capanna e ti auguro ogni bene; che tu possa rinascere guardando in te stesso attraverso lo sguardo del Povero e ritrovare così la Speranza e la Pace che lei emana.

Che sia un Natale di “conversione” e di “rinascita” per Tutti.