INFORMATIVE E RIFLESSIONI EMERSE DURANTE LA RIUNIONE DEL COMITATO DI GESTIONE

1- Il Kenya ha scelto di chiudere gradualmente gli orfanatrofi. Occorre informarsi e capire cosa il governo desideri e cosa suggerisce in alternativa a queste strutture in chiusura; Cipad deve adeguarsi

2- Il Villaggio Obbitu non è un “orfanatrofio” come comunemente viene inteso. Il Villaggio Obbitu è una struttura a disposizione del minore per lo stretto tempo necessario per risolvere la sua vulnerabilità. Sia che si tratti di un giorno, una notte o qualche mese o qualche anno.

– Il Villaggio Obbitu, come lo è oggi è uno strumento di appoggio e di affido sicuro per i minori vulnerabili, dovrà sempre essere sottoposto alla supervisione dell’autorità governativa competente; sia per le autorizzazioni che per i controlli di gestione.

– Villaggio Obbitu se fosse sostenuto anche economicamente dal governo potrebbe sviluppare ancor di più la sua opera di prevenzione, accoglienza e cura dei ragazzi con disagi giovanili e a rischio abbandono.

  • Il lavoro di assistenza domiciliare è più semplice da svolgere e costa meno rispetto a quello villaggio.
    • E’ Vero poiché il primo è semplice “assistenzialismo” mentre il secondo è un “processo educativo”. Sono tra loro talmente diversi come lo sono il giorno e la notte. Distribuire aiuti è semplicissimo; educare un minore è difficilissimo ed è un lavoro di gruppo.
    • Se si toglie il lavoro educativo dal Progetto Sololo e si decide di fare solo assistenzialismo, sicuramente si risparmia. Ci si può riuscire raggiungendo molti più beneficiari degli attuali ed utilizzando solo un paio di operatori e qualche lavoratore casuale per le distribuzioni. I minori necessitano di opportunità educative piuttosto che di puro assistenzialismo.

  1. Tutto il Progetto Sololo, visto da un punto di vista egoistico, è economicamente in passivo. Tuttavia, se ora viene gestito con l’altruismo che è dovuto ai più deboli della società, è uno strumento di sopravvivenza e sarà parte delle fondamenta di un futuro migliore.
  2. Riconoscere le dignità delle singole persone, sia minori che anziani, significa mantenere vivi i Valori dell’Umanità; quelli che il mondo sta perdendo con le guerre che fomentano gli odi e dividono generando “gruppi contro”.
  3. Si può vivere da egoisti al punto di sfruttare anche le difficoltà altrui per un proprio vantaggio immediato; tuttavia non si è mai visto un egoista felice, mentre è più facile incontrare all’opposto: un altruista felice.
    • Accettare di sostenere o di lavorare nel Progetto Sololo, significa fare proprie le suddette scelte di “vita disinteressatamente altruistica”. Scelte che debbono essere sempre ricordate, in specie nei momenti difficili come quelli che il Progetto Sololo sta attraversando ora.
    • E’ facile, pressati dai bisogni personali, dimenticare i bisogni degli altri e i nostri doveri verso di loro. Tuttavia, di certo anche questi momenti difficili sono destinati a finire e … poi si andrà avanti solo con ciò che saremo riusciti a salvare ora.
  4. Tutti, operatori e beneficiari, debbono ricevere secondo giustizia quanto meritano; senza sprecare e senza pretendere ciò che non si è guadagnato con il proprio lavoro.
  5. Arriveranno tempi migliori e potremo fare di meglio.