Comprendere l’importanza del “Progetto Sololo”, non è molto intuitivo.

(riflessioni di un “boomer sognatore-realista”)

Il “Progetto Sololo” a prima vista può sembrare come tanti altri, ma, come per ogni progetto, se ne comprende il concreto valore solo se:

-1- solo se lo si contestualizza nel luogo dove si realizza:

Area di Sololo: sono terre aride e semiaride; scarsamente popolate da persone in sofferenza perenne per la scarsità di acqua e di tutto ciò che c’è di essenziale per la vita umana.

Quando la domanda di aiuto supera le possibilità di dare un’adeguata risposta, si parla di “emergenza” e se la situazione si protrae, si tratta di “emergenza cronica”, che è il contesto di Sololo.

Qui opera Cipad con il suo “Progetto Sololo” - Nord Kenya, confine etiope.

-2- solo se si sanno cogliere gli sforzi e i sacrifici necessari per ottenere i risultati.

Per farlo a Sololo occorre tanta empatia che porti emotivamente a vivere come loro: sulle “montagne russe degli affetti”. In ogni istante il continuo cambio di direzione,  esaltando porta il cuore in gola, mentre l’attimo successivo uccide con l’indescrivibile dolore altrui.

E’ allora che si diventa volontari; ossia si sceglie di mettersi al servizio. Non si è asserviti; si sceglie di lavorare per la libertà dell’Uomo, che consiste nel tentativo di ridurgli i condizionamenti quali: fame, malattia, povertà, … che gli ostacolano la sua libertà di scelta, indispensabile per riuscire a diventare ciò che potenzialmente lui è alla nascita; il poter divenire ciò che neppure lui sa di essere e che scoprirà evolvendo crescendo.

La migliore contestazione è presentare una proposta alternativa. Per me il Progetto Sololo lo è, inquanto è il tentativo di realizzare una proposta di vita alternativa a quelle che non pongono prioritario il Valore della Vita Umana.

-3- solo se si rapportano i risultati ottenuti, con i bisogni da soddisfare presenti su quel territorio

Per esempio, non basta dire: sono state fatte 1.000 vaccinazioni, senza indicare il numero delle vaccinazioni che sarebbero necessarie: 1.000 o 10.000 o un milione.

Il rapporto tra ciò che si riesce a fare e ciò che servirebbe modifica il senso ed il significato di ciò che si fa; pur se in ogni caso rimane l’aiuto che fa la differenza, letteralmente “vitale”, per chi ne usufruisce.

Rispetto ai bisogni di questa popolazione il Progetto Sololo è meno di una goccia nell’oceano.

Riesce a fatica a sostenere solo 373 dei 4.500 minori in “povertà estrema”, che vivono dispersi in nel vasto e inospitale territorio.

“Povero”, secondo la definizione internazionale, è chi dispone di meno di un dollaro al giorno. In questa condizione si vive, male, ma si vive.

“Povero estremo” è colui che fatica a sopravvivere; ossia di fronte ad una  difficoltà importante, es. carestia, non è certo di riuscire a superarla.

"Progetto Sololo"

Scopo

Il Progetto Sololo favorisce l’affrancamento dalla “povertà estrema” aiutando la persona ad acquisire lo stato consolidato di “povero”. Il contrasto alla povertà riduce la mortalità.

In “emergenza cronica” diventano prioritari i codici gialli e non più i rossi. I pochi mezzi disponibili vanno investiti su chi ha maggiori probabilità di farcela.  Il Progetto Sololo diventa così uno dei pochissimi compagni di viaggio di chi, dimenticato, è sopraffatto dal giogo della “povertà estrema” (codice giallo con alte probabilità di divenire rosso).

Con relativamente pochi soldi e voce soffocata

Il “Progetto Sololo” per continuare ad esistere avrà sempre bisogno di un supportato economico esterno.

Supporto difficilissimo da ottenere, dato che il progetto opera nell’area di Sololo che è scarsamente popolata ed è periferica nel così detto Corno d’Africa. Questo, al contrario, è di per sé stesso vasto, popolato e particolarmente problematico, da divenire il target del lavoro delle grandi organizzazioni umanitarie.

Queste, quasi tutte, attuano per la loro raccolta fondi una pubblicità  forte e martellante, il cui effetto collaterale che ne deriva è il rendere particolarmente difficoltosa la “proposta-richiesta di sostegno” lanciata dal Progetto Sololo con voce  offuscata, confusa e quindi facilmente dimenticata.

Voce che desidera informare e responsabilizzare, affinché il sostegno chiesto sia il frutto di una scelta di adesione del donatore e non la conseguenza di qualcosa che sembra simulare un ricatto colpevolizzante che si presenta come una richiesta di solidarietà con gli ultimi.

Scarse risorse riescono a produrre tanto

Il numero limitato di persone dell’area di Sololo che porta allo scarso interesse delle grandi organizzazioni umanitarie, nate per portare l’aiuto ai grandi numeri di persone, paradossalmente, è proprio ciò che rende più facile al “Progetto Sololo” l’essere efficace senza la necessità di grandi investimenti economici.

Basta poco per fare tanto, e a Sololo con Cipad i fatti lo dimostrano da oltre 20 anni.

Uniti nell’essere complementari

Le grandi e le piccole organizzazioni umanitarie sono molto diverse tra loro per: target, strutture, organizzazioni, metodi, finanziamenti, … Aiuto standardizzato per grandi numeri e necessariamente ad alto costo contro la capillarizzazione e personalizzazione dell’aiuto possibile a costi molto contenuti.

Tutte e due dovrebbero prendere atto che, nel concretizzare le loro storie, sono tra loro complementari così come l’è il giorno con la notte.

Dovrebbe essere ovvio abbandonare ogni “concorrenza”  lasciando il posto all’”unione che fa la forza”.

Ognuno faccia la sua parte

Difficile pensare che un progetto  che “produce poveri”, possa generare un autofinanziamento efficace.

A finanziarlo dovrebbero pensarci tutti coloro che ritengano che ogni essere umano sia unico ed irrepetibile. Un Valore Assoluto da tutelare in modo prioritario a tutto; guerre incluse. Un autentico politico è uno statista che non vince o perde le guerre ma le previene con la mediazione; tramite la quale è disposto a rinunciare a qualcosa pur di tutelare un bene superiore assoluto: La Vita !

Da “Boomer sognatore concreto” capisco che queste riflessioni possano apparire fuori dall’odierno modo di pensare; tuttavia spero aiutino a capire come abbiamo vissuto noi boomer e come sia ovvio per noi l’ augurare a tutti voi di poter fare altrettanto con il proprio domani.

Buona Vita a tutti (anche agli “estremamente poveri” di Sololo che Cipad tenta di aiutare e quelli di tutto il mondo che Cipad vorrebbe poter aiutare).

nel pdf Spunti di Riflessioni per invitare a parlarne …