Potabilizzazione dell’acqua destinata ai
visitatori provenienti da altre aree
il “Progetto Sololo” deve porre particolare attenzione alla potabilizzazione dell’acqua che pone a disposizione dei collaboratori e dei volontari presenti a Sololo per brevi periodi. Persone nate e cresciute in contesti diversi, quindi con diversi sistemi genetici, immunitari, anticorpali, …
La normale procedura prevede:
– uso esclusivo di acqua piovana (anche se conservata per mesi in tanks di plastica)
– bollitura protratta per oltre 15 minuti; richiede carbone e pentole con coperchio
– attesa di più di 12 ore affinché l’acqua si possa raffreddare raggiungendo una temperatura (almeno tiepida) da poter essere introdotta nei filtri a candela. Nell’attesa deve essere garantita la protezione dell’acqua da possibili inquinamenti (insetti, zanzare, …)
– Il filtraggio attraverso filtri a candela o filtri di nuova generazione richiede ore. (I filtri vanno rinnovati periodicamente e si acquistano a circa 500 km da Sololo).
In alternativa, l’ideale costoso è quello di fare scorte di acqua minerale.
Il clima a Sololo richiede un fabisogno minimo di 5 litri di acqua potabile al giorno, a persona.
Per evitare di bere acqua a temperatura ambiente (oltre 40 gradi nei mesi più caldi) si utilizza un frigor a 12v, alimentato dai pannelli solari, che rimane spento durante le ore notturne.
Qualcuno tra gli amici ben si ricorda quando, in un periodo con il frigor rotto si tornò a casa dopo ore rimasti fermi nel deserto del Dida Gal Gallo per un guasto al fuoristrada … Sopravvissuti tutti; anche se qualcuno poi non è più tornato a Sololo.